Two hands holding a globe with a sad face on it and a chain wrapped around it.

Il geoblocking, conosciuto anche come blocco geografico o geoblocco, è una pratica digitale che consiste nel limitare l’accesso a contenuti e servizi online in base alla posizione fisica. Ha due componenti principali: uno tecnologico e uno legale. Entrambi sono semplici da capire. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

Sommario

    Cos’è il geoblocco?

    Il geoblocco è il metodo con cui piattaforme e siti web bloccano o limitano l’accesso a contenuti e servizi in base alla posizione dell’utente. Poiché il servizio che intende bloccare l’utente non conosce automaticamente la sua posizione, può servirsi di uno o più mezzi tecnologici per scoprirla.

    Il principale, nonché più importante strumento del loro arsenale è il controllo dell’indirizzo IP (Protocollo Internet). È l’indirizzo su internet che consente ai dati di trovare il proprio dispositivo tra miliardi di altri. Inoltre, indica anche l’area geografica in cui si trova il dispositivo. Non permette di risalire alla posizione esatta, come la via o il numero civico, ma per bloccare un IP, conoscere il paese è sufficiente.

    Non si può evitare di trasmettere il proprio indirizzo IP quando si tenta di accedere a un sito web o servizio, poiché questi ultimi devono sapere dove rinviare i dati richiesti. Supponiamo che un servizio riproduca video in streaming solo in Italia e riceva una richiesta di un video proveniente dalla Spagna. In questo caso, il servizio semplicemente non risponderà e, semmai lo facesse, sarebbe una risposta del tipo “non disponibile nella tua area geografica”.

    Oppure, potrebbe essere il tuo paese a bloccare un sito o un servizio, anche se in questo caso, sarebbe più corretto parlare di censura piuttosto che di geoblocking, dato che è autoimposta.

    Ma perché fare tutta questa fatica?

    E perché viene utilizzato il blocco geografico?

    Ci sono varie ragioni per cui un contenuto potrebbe essere bloccato, che dipendono soprattutto dalla piattaforma o servizio a cui si cerca di accedere. Vediamo i motivi principali per cui viene utilizzato il geoblocking:

    • Copyright e licenze. Molte piattaforme di streaming di video, musica e sport live hanno degli accordi di licenza per i contenuti, che consentono loro di distribuirli o trasmetterli solo in determinati paesi. Questo, ad esempio, potrebbe essere il motivo per cui non riesci a guardare un film che ti ha consigliato il tuo amico francese, anche se usate la stessa piattaforma di streaming.
    • Regolamenti finanziari e norme antifrode. Alcuni servizi di banking online utilizzano il blocco geografico per prevenire le frodi, il riciclaggio di denaro sporco e altri crimini finanziari. Inoltre, a volte devono utilizzarlo per rispettare le normative finanziarie locali ed evitare sanzioni economiche.
    • Modifiche e proibizioni regionali. Alcuni paesi, soprattutto i regimi autoritari, hanno delle leggi che proibiscono determinati argomenti, siti web, social media, app di incontri e così via. Alcuni contenuti potrebbero non essere proibiti, ma devono essere modificati e adattati alle leggi locali o alle differenze culturali.

    Come funziona il geoblocco?

    La maggior parte delle tecniche di geoblocking si basa sugli indirizzi IP, perché è l’unico dato deve essere trasmesso per forza. Quando navighi online, ogni singolo bit di dati che ricevi – dal design dei siti web ai loro contenuti – deve essere inviato al tuo dispositivo, e per farlo è necessario conoscerne l’indirizzo IP.

    Che viene assegnato dall’ISP (fornitore di servizi internet). La maggior parte degli ISP non è presente in tutto il mondo e ha solo un certo numero di indirizzi IP da poter fornire ai propri clienti. Perciò, questi indirizzi IP sono collegati all’ISP e possono rivelare l’area geografica più ampia (come la città o il paese) tramite le informazioni contenute in speciali.

    Database online, che forniscono dati sulle associazioni tra IP e luoghi. Pertanto, un servizio che ha bisogno del geoblocking non deve fare altro che confrontare l’indirizzo IP di un utente con il proprio database: se l’IP rivela che questa persona si trova in un’area ristretta, il servizio può bloccare l’accesso al contenuto.

    Oppure, per spiegarlo in parole più semplici:

    1. Quando accedi a un sito web.
    2. Il server del sito confronta il tuo indirizzo IP con il database degli IP.
    3. Il sito rileva che il tuo IP proviene da un’area nella quale non intende fornire il proprio servizio.
    4. A questo punto il sito web non invia alcun dato.

    Questo non è l’unico modo per utilizzare la geolocalizzazione e il geoblocco. Ecco alcuni altri metodi che consentono di risalire alla tua posizione:

    • DNS: questa sigla sta per Domain Name System, che significa “sistema dei nomi di dominio”. Un sito web può controllare quale servizio DNS utilizzi, che per impostazione predefinita è quello fornito dal tuo ISP. E poiché gli ISP tendono a coincidere con la posizione locale, la tua posizione viene individuata.
    • WebRTC: si tratta di una tecnologia che consente ai browser di utilizzare VoIP (Voice over IP) e altri servizi. Purtroppo, i siti web possono sfruttarla anche per raccogliere informazioni sul tuo dispositivo.
    • Deep Packet Inspection (DPI): è un metodo che analizza in profondità i pacchetti di dati trasferiti. Poiché in questi pacchetti vengono inseriti dati di tutti i tipi per farli arrivare a destinazione, la DPI può essere utilizzata per il geoblocco, ma per fortuna ciò non accade spesso, perché si tratta di un metodo che consuma molte risorse.
    • Posizione in base ai dati di pagamento: consiste nel determinare il luogo in cui si trova un utente in base alle informazioni di pagamento. Non è un metodo molto affidabile, in quanto esistono diversi modi per aggirarlo e non blocca gli utenti che si trovano al di fuori dell’area geografica in cui avviene il pagamento.
    • Dati GPS: probabilmente il tuo portatile, smartphone o tablet trasmette questi dati a tutti i servizi che li richiedono, per cui un servizio potrebbe ottenerli tramite una semplice richiesta al browser o al sistema operativo. I dati GPS, inoltre, sono abbastanza difficili da falsificare.
    • Hop del router, latenze dei pacchetti, jitter: questi dati sono tecnici e dettagliati, e possono essere analizzati per determinare se i dati sono diretti alla giusta posizione geografica. Anche questo metodo, però, consuma molte risorse, perfino di più della DPI.

    E allora, che cosa devi fare se vai in vacanza in Cina e hai assolutamente bisogno di accedere a Facebook?

    Il geoblocking è legale?

    Sì. Ad esempio, l’accesso a contenuti e servizi di streaming è regolato da accordi di licenza ed è assolutamente legale utilizzare il geoblocco in base a essi.

    Il Consiglio dell’Unione europea definisce il geoblocco una pratica discriminatoria soltanto quando impedisce agli Stati membri di acquistare beni gli uni dagli altri. Per questo motivo, il Consiglio ha vietato il geoblocking ingiustificato all’interno dell’UE. Tuttavia, questa legge non ha alcuna giurisdizione sui paesi che non appartengono all’Unione europea, come gli Stati uniti.

    Nel 2018, nell’ambito del mercato unico digitale, l’UE ha imposto ai fornitori di contenuti a pagamento di offrire una funzione di portabilità transfrontaliera agli abbonati residenti nell’UE.

    Ora i cittadini dell’UE hanno la possibilità di portare i loro media digitali locali in altri paesi dell’Unione senza problemi.

    Per quanto riguarda il blocco dei social media, i paesi sono liberi di decidere cosa è legale e cosa no all’interno dei propri confini. Ad esempio, in alcune nazioni autoritarie come la Cina e la Russia, il blocco geografico dei siti di social media è completamente legale.

    Conclusione: in alcuni casi, il geoblocking è necessario

    Il geoblocco è indispensabile per i publisher di contenuti e le aziende che devono rispettare accordi di licenza regionali e normative locali. Tuttavia, può anche limitare l’accesso alle informazioni e all’intrattenimento, soprattutto per chi viaggia e per chi vive in un paese dove vige una rigida censura.

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    Domande frequenti

    Cosa fa il geoblocking?

    Il geoblocco impedisce agli utenti di accedere a siti e servizi in base al luogo da cui si connettono. Inoltre, impedisce alle persone di accedere a siti e servizi vietati dal paese da cui si connettono.

    Cos’è il Regolamento sul geoblocking?

    Il Regolamento (UE) 2018/302 (Regolamento sui blocchi geografici) riguarda principalmente la discriminazione dei prezzi nell’UE e non si applica ai contenuti audiovisivi.

    Come faccio ad aggirare il geoblocking?

    Puoi aggirare il geoblocco offuscando o cambiando la tua posizione online con vari metodi, come una VPN, un server proxy, Tor e altro ancora.